|
|
Chiesa della Pietà
dei Turchini
Nacque nei primi anni del Seicento come chiesa sacra
alla Pietà, annessa ad un orfanotrofio; il titolo aggiuntivo
dei Turchini deriva dal colore dell'abito talare dei fanciulli ospiti
del collegio. La chiesa diventò ben presto famosa per lo studio
della musica e l'attività concertistica che ancora oggi vi si
svolge saltuariamente.
Conserva importantissime testimonianze figurative del primo e del tardo
Seicento napoletano, tra le quali vanno almeno ricordate le tele dello
spagnolo Juan Do (l'Adorazione dei pastori), di Battistello Caracciolo
(Trinità terrestre del 1617), di Filippo Vitale, siglata, (Angelo
custode).
Vanno inoltre segnalati i poco noti dipinti di Annella De Rosa, uniche
opere certe della pittrice allieva dello Stanzione, con la Natività
e Morte della Vergine, oggi nel presbiterio ma destinati in origine
alla volta della navata.
Nella chiesa si conservano anche opere di Andrea Vaccaro, Luca Giordano
(Deposizione di Cristo) e Paolo De Matteis (Resurrezione).
Il cappellone destro è decorato da pregevoli commessi marmorei
di Dionisio Lazzari (1668), dal sepolcro in marmo di Francesco Rocco,
opera di Lorenzo Vaccaro, e dalle tele di Giacomo Farelli e Nicola Vaccaro.
Il transetto sinistro è invece realizzato nel tardo Settecento;
a Giacinto Diano, responsabile anche del telone della Pietà sull'altare
maggiore, venne affidata la commissione di tutti i dipinti che lo ornano.
(Flavia Petrelli)
|
|