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Chiesa
S.Anna dei Lombardi a Monteoliveto
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Può
essere considerata senza dubbio il gioiello
della cultura rinascimentale a Napoli di spiccata
osservanza toscana.
Nacque con il nome di Monteoliveto questo nome
come Convento dei Padri Olivetani; successivamente,
nel XIX secolo, a seguito dell'espulsione dell'Ordine,
venne fondata la chiesa di Sant'Anna dei Lombardi.
Oggi l'antico monastero, che contava ben quattro
chiostri, è sede della Caserma Pastrengo
mentre il chiostro maggiore ha mantenuto la
sua originaria configurazione.
La chiesa deriva la propria denominazione da
un più antico edificio di culto edificato
nel 1581 dalla colonia dei mercanti lombardi
presenti a Napoli nel luogo dove si estendeva
parte del famoso giardino di Carogioiello, molto
decantato dalle fonti, e in cui già nel
1411 era stata fondata una chiesa olivetana
ad opera del protonotario di re Ladislao di
Durazzo, Garello Origlia.
A quest'epoca risale infatti l'arco ribassato
del portico esterno, tuttora esistente.
All'interno sono degni di nota, in controfacciata,
l'organo barocco di Cesare Catarinozzi del 1697
e alle pareti laterali una gloria di Putti a
fresco di Battistello Caracciolo, dipinta nei
primi anni del Seicento.
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Chiesa
S.Anna Lombardi
Tomba di Maria d'Austria
(Rossellino)
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Le testimonianze di maggior rilievo sono tuttavia rappresentate
dalle due prime cappelle laterali intitolate rispettivamente
alle famiglie Piccolomini e Terranova (questa poi passata
ai Mastrogiudice), veri gioielli della cultura figurativa
dell'ultimo Quattrocento toscano.
La prima venne concepita dall'architetto Benedetto da Maiano
che trasferì qui, nella tomba di Maria d'Ungheria,
i medesimi contenuti formali del sepolcro del Cardinale
del Portogallo realizzato in San Miniato al Monte a Firenze;
l'opera venne realizzata in collaborazione con un altro
scultore toscano, Antonio Rossellino, che proseguì
il lavoro interrotto dal maestro.
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Altare
con l'Annunciazione
Benedetto
da Maiano
Chiesa
S.Anna Lombardi Arti
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Nella
seconda cappella, che venne arricchita nel Cinquecento
da opere in marmo di Tommaso Malvito e Gerolamo d'Auria,
le parti più antiche, come l'altare dell'Annunciazione,
spettano allo stesso Benedetto da Maiano.
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Agli
ultimi anni del XV secolo risale un'altra opera di
notevole interesse artistico: il gruppo in terracotta
del Compianto sul Cristo morto, situato nella Cappella
Origlia, autore quel Guido Mazzoni da Modena famoso
per aver lavorato simili gruppi in area emiliana con
uno spiccato gusto espressionistico; nella stessa
Cappella Roviale Spagnolo dipinse nel 1550 circa gli
affreschi oggi molto deperiti raffiguranti Storie
di Giacobbe ed Esau.
Anche la Cappella Tolosa (sesta a sinistra) venne
ideata secondo schemi di chiara matrice toscana da
maestranze locali influenzate da Giuliano da Maiano;
nei pennacchi della cupola quattro tondi in terracotta
invetriata testimoniano invece l'adesione alla famosa
scuola dei Della Robbia.
Con simili intendimenti, nel secolo successivo venne
concepita la sagrestia della chiesa che conserva le
decorazioni a fresco della volta e delle pareti a
tema allegorico del fiorentino Giorgio Vasari (a partire
dal 1545) con la collaborazione di Raffaellino del
Colle e Stefano Veltroni, responsabile delle grottesche
e degli stalli lignei intarsiati di fra Giovanni da
Verona, frate olivetano.
(Flavia Petrelli)
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nel
sito
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