Architetture e beni artistico-storici di Napoli

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Chiesa di Santa Caterina a Formiello

La chiesa dedicata a Santa Caterina d'Alessandria deve il suo nome al fatto di essere sorta vicino agli antichi formali d'acqua della città.
Iniziata nel primo quarto del Cinquecento su progetto del settignanese Romolo Balsimelli, fu terminata solo nel 1593.
Nella linearità formale dell'esterno e nell'elegante cupola ogivale della chiesa sono chiaramente leggibili influenze toscane.
L'interno è a croce latina ad una navata su cui si aprono le cappelle; i due cappelloni del transetto non sporgono dal perimetro perfettamente rettangolare.
Nella prima cappella di sinistra era conservata la tavola con La strage degli innocenti di Matteo di Giovanni (1478) ora al Museo di Capodimonte, mentre la Madonna col Bambino e i due San Giacomo e di Francesco Curia (1586 ca.); nella III cappella vi è una tavola attribuita a Silvestro Buono (1540 ca.) che raffigura San Giacomo Maggiore tra i Santi Giovanni Battista e Pietro; nella V cappella le Storie di Santa Caterina d'Alessandria sono di Giacomo del Po (1714).
Nel cappellone sinistro il grande altare marmoreo fu realizzato nel 1715-17 da Giacomo Colombo, Matteo Bottigliero e Lorenzo Fontana su progetto di Ferdinando Sanfelice, il dipinto con San Domenico è di Giacomo del Po (1717).
Gli armadi della sagrestia furono intagliati da Martino Megliore nel 1587.
Il presbiterio funge quasi da enorme cappella della famiglia Spinelli: alla base dei pilastri della cupola - affrescata da Paolo de Matteis nel 1712 vi sono sei tombe scolpite eseguite tra il sesto ed il nono decennio del Cinquecento opera di Giovan Domenico d'Auria, Gerolamo d'Auria, Salvatore Caccavello e Silla Longhi.
Anche l'antico altare maggiore fu dovuto alla munificenza degli Spinelli: rifatto nel 1737, conserva alcune parti cinquecentesche come il Cristo deposto nel paliotto.
Il coro ligneo è opera di Benvenuto Tortelli che lo realizzò con la collaborazione della bottega nel 1566.
L'altare con sculture del cappellone destro fu eseguito nel 1736-38 da Paolo Benaglia su modello di Carlo Schisano.
Nella III cappella di sinistra vi è una tavola raffigurante la Pentecoste attribuita a Silvestro Buono; allo stesso autore è attribuita 1'Epifania nella II cappella.
La volta fu affrescata dal romano Luigi Garzi con Storie di Santa Caterina (1695-97).
(Gian Giotto Borrelli)

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