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Foro Carolingio
Il progetto di ristrutturazione dell'originario Largo
Mercatello nasce dall'intento di creare con il Foro Carolino un monumento
celebrativo di Carlo di Borbone.
Nel 1757 l'incarico venne affidato a Luigi Vanvitelli; il suo programma
iniziale prevedeva il ridisegno di tre lati dell'irregolare invaso,
lasciando intatto il fronte ovest definito dal complesso di San Domenico
Soriano.
Il progetto realizzato tra il 1757 ed il 1765, consiste in una grande
esedra aderente alle mura aragonesi, che ingabbia a nord la secentesca
Port'Alba, a sud si allinea alla chiesa vaccariana di San Michele mentre
al centro è conclusa da un'edicola che doveva inglobare il basamento
della statua equestre del Re, che non fu mai realizzata; in sua vece
trova oggi posto nella piazza una statua raffigurante Dante che è
pero troppo separata dall'esedra perché possa formare con essa
un unico episodio architettonico, com'era nelle intenzioni di Vanvitelli.
La composizione si presta ad una lettura che partendo dal grande nicchione
centrale, procede lateralmente lungo le due ali ricurve per concludersi
con le testate ai lati.
L'edificio è scandito da ritti di ordine gigante in stile tuscanico
che partono dal basamento continuo, in cui si aprono delle botteghe,
e sono conclusi in alto da una trabeazione coronata da ventisei statue
rappresentanti le virtù di Carlo.
La resa linguistica, che vive del trapasso tra il barocco e il nascente
gusto neoclassico, è affidata al rapporto tra i ritti in piperno
e le tamponature in stucco color rosso laterizio.
Vanvitelli risolse con grande perizia i passaggi tra le testate e le
ali e tra queste e la nicchia centrale: qui l'architetto adottò
una soluzione tetrastila, che evoca l'arco di trionfo, originariamente
coronata da un attico.
L'attuale torrino dell'orologio è ottocentesco.
(Giampiero Lagnese)
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