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Mostra d'Oltremare
Nel 1937 venne avviato il Risanamento di Fuorigrotta
e si programmò la realizzazione della Mostra d'Oltremare: struttura
per esposizioni triennali destinate a documentare l'intervento italiano
nelle colonie.
L'ideatore del piano generale, Marcello Canino, destinò buona
parte dei 700.000 metri quadri a parco con verde di alto fusto.
Per la progettazione degli edifici furono chiamati architetti napoletani
neolaureati che, insofferenti del retrivo insegnamento ricevuto e rifiutando
il monumentalismo che caratterizzava l'architettura del Regime, guardavano
agli sviluppi dell'architettura razionalista.
L'area espositiva, divisa in tre settori, era ordinata in un sistema
ortogonale di percorsi e spazi aperti nel quale si individuavano quattro
assi principali non simmetrici, ma tutti collegati al nucleo rappresentativo
posto immediatamente dopo l'ingresso principale.
La fontana dell'esedra, ideata da Carlo Cocchia e Luigi Piccinato con
chiaro riferimento ad esempi settecenteschi, costituiva l'elemento più
suggestivo del complesso.
Tre le attrezzature sportive e ricreative ricordiamo poi il teatro Mediterraneo
(di Piccinato) che venne dotato di proscenio mobile; le serre botaniche,
opera tra le più interessanti di Cocchia, oggi distrutta; l'Arena
Flegrea di Giulio de Luca, capace di 12.000 posti, ora in fase di ricostruzione
secondo un progetto dello stesso autore.
Inaugurata nel 1940, la Mostra fu chiusa dopo appena un mese per lo
scoppio della guerra; lo stato di quasi totale abbandono in cui in seguito
è rimasta ha determinato un grave deterioramento delle sue strutture.
(Maria Perone)
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