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Palazzo Maddaloni

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Palazzo Maddaloni

Le origini del palazzo risalgono all'ultimo ventennio del Cinquecento allorché Cesare d'Avalos, marchese del Vasto, lo fece edificare tra il 1580 e il 1585 in un'area ancora libera nell'ultimo tratto di via Toledo.

Nel corso dei due secoli seguenti una serie di stratificazioni modificarono sia l'interno che le facciate, ma l'intervento più significativo si ebbe al tempo di Diomede Carafa, duca di Maddaloni, che lo acquistò nel 1656 e lo fece ristrutturare da Cosimo Fanzago tra il 1661 e il 1665.

Al grande artista bergamasco si devono la loggia, lo scalone e il disegno del portale d'ingresso sull'angusta via Maddaloni - realizzato nel 1661 dal marmoraio Pietro San Barberio - che si inserisce nella struttura tardo-cinquecentesca della volta del vestibolo ponendosi come vero e proprio simbolo della consolidata potenza della famiglia.

Il portale introduce nell'atrio decorato con affreschi nella controfacciata, quasi del tutto perduti, e nella volta, ben conservati, con un'Allegoria della Casata Carafa di Maddaloni, di recente assegnati alla fase ultima di Agostino Beltrano (1607-1656).

Al piano nobile, su una terrazza balaustrata che dà sul cortile si sviluppa la loggia, improntata ad un revival di gusto palladiano sperimentato nel porticato della chiesa della Sapienza dallo stesso Fanzago, che reimpiegò colonne preesistenti nel palazzo.

Affaccia sulla loggia la cosiddetta Sala Maddaloni - attualmente in restauro -, salone delle feste di grandi dimensioni, con eleganti palchi per i musici e boiseries alle pareti in tardo stile rocaille e, nella tela della volta, l'Ingresso di Alfonso di Aragona a Napoli, dipinto da Fedele Fischetti dopo il 1770.

E' andata invece perduta la cosiddetta "Stanza sferica" un tempo nell'ala sinistra del primo piano, rivestita di specchi e decorata da Giacomo Del Po entro il 1710, mentre sono forse recuperabili gli affreschi del loggiato, ricoperti da intonaco durante l'occupazione del palazzo da parte delle truppe americane nell'ultimo conflitto bellico, uno dei numerosi insulti al monumento che è tra gli episodi di edilizia civile di maggior importanza nella storia artistica della città.

(Ida Maietta)


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